Cittadinanza1

All’interno dello spazio riservato al Marocco Mounya Allali, la voce marocchina che ci guida nel viaggio virtuale in questo Paese, riserva una piccola parte alla didattica della sua lingua. Con l’aiuto di fotocopie disponibili in vari punti della città di Fano, dalla Moschea alla sede di Millevoci, Mounya presenta i rudimenti dell’arabo classico. “Ritengo utile un mini corso di arabo” spiega Mounya, sia perché mi è stato richiesto come potenziamento della pronuncia da parte degli studenti della Facoltà di Lingue Orientali di Pesaro, alla quale anche io sono iscritta, sia perché è importante che i figli di immigrati arabi non perdano il legame con le proprie radici linguistiche perché, anche se a casa parlano l’arabo, non sanno scrivere l’arabo classico”. Il sistema della lingua araba è molto complesso. Quando comunemente si parla di arabo ci si riferisce a quello classico, raramente usato nella sua formulazione orale. E’ questa la lingua codificata sulla base del Corano dai grammatici mussulmani intorno al VII-X sec d.C. e oggi viene parlata solo nelle occasioni ufficiali o quando è prevista una sua diffusione internazionale, come nelle dichiarazioni alla stampa dei capi di Stato e in molti programmi televisivi e radiofonici. Nell’ultimo secolo vari cambiamenti soprattutto a livello lessicale hanno portato anche alla formazione di una lingua araba scritta contemporanea, usata da persone alfabetizzate, che ha più affinità con i dialetti parlati. Riguardo all’arabo orale non esiste un’unica lingua ma tante lingue differenti da nazione a nazione, spesso reciprocamente incomprensibili, e che anche nello stesso paese si diversificano a secondo dell’appartenenza a ceti sociali o gruppi etnici diversi. Non è strano se si pensa in quante realtà distanti anche geograficamente si parla questa lingua. L’arabo che ci insegna Mounya è quello che accomuna tutti, quello scritto, classico, coranico. L’ arabo classico si scrive da destra a sinistra ed ha 25 consonanti, 3 vocali e 2 semivocali, la w e la y. Non esistono lettere maiuscole. La grafia della maggior parte delle lettere cambia leggermente in base alla loro posizione. Esiste solo un articolo determinativo, invariabile e non è previsto invece il rispettivo indeterminativo, reso con la semplice non apposizione dell’articolo. Curioso è il fatto che se in italiano per indicare un verbo si usa l’infinito, in arabo si usa la terza persona maschile del verbo al passato, come ad es. “ha mangiato”. Esiste il singolare, il plurale e il duale, visto che il plurale inizia dal numero di tre elementi. Per quanto riguarda la morfologia, peculiare è l’importanza che nella formulazione della parola assume la radice, la quale il più delle volte è costituita da tre consonanti. Le parole si creano da questa radice, come nel gioco delle costruzioni: per es. dalla radice Ktb, che si riferisce all’idea dello scrivere, si ha kit?b (libro), k?tib (colui che scrive), Kit?ba (scrittura), maktab (scuola), maktaba (biblioteca). Da questo e da altro è caratterizzata la lingua araba, che per noi italiani spesso risulta essere un grosso ricamo calligrafico. Molti non sanno però che numerose parole italiane hanno origine araba, come arancio, limone, melanzana, carciofo, ricamo, ottone, tariffa etc. Mounya riuscirà a coinvolgerci nella magia di questa lingua.
Associazione Millevoci – Fano